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biografia / La famiglia ASSENZA la dinastia dei fotografi di Pozzallo


ANTONINO ASSENZA

Modica 23 febbraio1887 / Pozzallo 13 dicembre 1960

  

Verso il 1915 opera a Pozzallo nello studio fotografico ereditato dal fratello Giorgio, presente come fotografo e decoratore nella città del mare agli albori del 900.

Mentre Giorgio si afferma per la sua attività decorativa, Antonino si dedica alla fotografia. Al tradizionale lavoro in studio, affianca una attività di documentazione visiva della città, gettando le basi per la creazione di un prezioso archivio di immagini.
Lo vediamo, contemporaneamente, impegnato nella realizzazione, come decoratore, di pregevoli opere in gesso e cartapesta per le chiese locali. Notevole la sua produzione nella qualità di presepista.

Tappe fondamentali della sua vicenda professionale rimangono anche i suoi lusinghieri risultati nei concorsi fotografici, come quello documentato dalla rivista "Tempo" del luglio 1943. D'altra parte durante il breve soggiorno a Roma, dal 1943 al 1945, dove si era trasferito con la famiglia, coltiva il suo notevole talento professionale. Nella capitale egli lavorava insieme con il figlio Carmelo, studente universitario nella facoltà di Lettere, presso il famoso fotografo delle dive Elio Luxardo.

In questo periodo maturano le scelte anche degli altri suoi figli, che pur optando per l'arte fotografica, rimangono nella città del cinema, dove lavoreranno per gli anni a venire come fotografi di scena. Anzi la loro permanenza Roma agevola la mediazione di tutte le innovazioni tecniche legate al mezzo fotografico ed alla sua straordinaria rappresentazione del reale.

L'infaticabile Antonino ritorna a Pozzallo nel 1945 e riorganizza, aiutato dal figlio Carmelo , il familiare Meno, lo studio fotografico allogato in Via Solferino 101, fortemente danneggiato dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale.

Insieme affronteranno, con l'amore e la passione per la loro professione, gli anni critici del dopoguerra che metteranno a dura prova la ripresa di tutte le attività, soprattutto a Pozzallo, città che vivrà il declino della sua economia mercantile con la decimazione della sua marineria.

Purtroppo l'immatura morte del figlio Meno, indimenticato testimone della connessione tra società e fotografia, avvenuta nel 1959, riporta nell'avviato laboratorio fotografico il vecchio padre Antonino, ora in qualità di amorevole e sollecita guida all'apprendistato della nuora Clara, sposa del suo perduto figlio destinata a reggere le sorti della famiglia e dello studio fotografico.



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