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mostra fotografica 

IL FUTURO E' UN TERRITORIO DELLA MEMORIA


"IL FUTURO E' UN TERRITORIO DELLA MEMORIA" (J.ONG) 

La mostra, che suggella la restituzione della Torre Cabrera alla pubblica fruzione dopo interminabili anni di inascoltate richieste, illustra le vicende storico-architettoniche del quattrocentesco manufatto, monumento-simbolo della città, testimone del vissuto di intere genetrazioni e traccia segnica della cultura marinara dei Pozzallesi.

Straordinario documento dell'identità del luogo e delle sue memorie, la dimenticata sentinella dei magazzini granari del Caricatore della potente Contea di Modica ha ammonito da feritoie, inermi e silenti, i temibili nuovi "corsari" che hanno voluto disancorarla dalla terra e dal mare soffocandone l'ardito svettare con le cementificate costruzioni dei tempi recenti.

Il linguaggio architettonico riportato ai suoi tratti originari con il risanamento degli ambienti interni, definiti con volte a crociera solcate da costoloni, pur mostrando i segni dei numerosi adattamenti, racconta le seducenti pagine di una storia ancora da analizzare scientificamente, senza trascurare le voci e i ricordi aggallanti dall'immaginario collettivo.

Così, le fotografie raccolte e catalogate nel tempo dallo studio fotografico Assenza di Pozzallo, i disegni progettuali offerti dal professore universitario Marco Rosario Nobile e la documentazione fornita dalla Soprintendenza BB.CC.AA. di Ragusa sull' ultimo intervento di restauro (1993), consentono di esplorare, tra le antiche mura della stessa Torre, le stagioni di degrado e di tutela, di silenzio e di clamore, restituendo i significativi nessi tra spazi e funzioni, tra bisogni sociali e prospettive economiche, motivanti una "lettura" storica ancorata a fonti archivistiche e a tracce documentarie di rilevante coinvolgimento per promuovere la città attraverso le consonanze con il passato, arricchito dagli apporti di valorizzazione culturale del presente.

Il "privilegio" della memoria, resistente al logorio del tempo e alle dimenticanze dell'uomo, schiude le porte, da tempo "inserrate", alle sinfonie mediterranee, sedimentatesi da secoli nelle poderose mura del "baluardo" della città, custode delle innumeri rotte di mercanti e predatori, di cristiani e musulmani, che hanno segnato con scorrerie, guerre e commerci il Mediterraneo e i suoi popoli.

La mostra è allestita nelle vaste sale del secondo piano, a cui si accede da una scala esterna in pietra.

Se per il piano terra o primo piano e il piano-terrazza al secondo livello suggestivo è il gioco offerto dai parametri relativi a precedenti ristrutturazioni, per il terzo ed ultimo piano, a cui si è guidati da una scala a chiocciola in pietra, la documentazione fotografica supplisce, in modo evidente, all'attuale inaccessibilità, consegnando in pregevoli esiti illustrativi l'originaria integrità delle strutture architettoniche e degli elementi decorativi, che ripetono lo stemma dei Cabrera. Anzi l'uso del bianco e nero, soprattutto nelle immagini che narrano gli interventi di consolidamento e riattamento degli anni settanta e ottanta di questo secolo, sembra conferire al percorso espositivo la graduale certezza della valorizzazione e fruizione come "museo del sistema difensivo delle torri d'avviso e dei caricatori della Contea" mediata dagli esplosi colori delle fotografie riferibili alla recente opera di restauro, sintesi di una lunga attesa metaforicamente dispersa dall'affollato volo dei gabbiani.

Sarebbe perciò auspicabile il completamento degli interventi di tutela e di valorizzazione sia per ridefinire il ruolo giocato dalla Torre Cabrera nel sistema di difesa costiero contro le incursioni turco-piratesche, che dal sec.XV fino al 1830 (battaglia di Algeri) dilagarono pericolosamente nel Mediterraneo, sia per recuperare l'ambivalente presenza del mare, compagno della fascinosa storia isolana, di cui Pozzallo è profondamente intrisa.

Grazia Dormiente


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